Enrico Ragni ha dipinto per oltre settant'anni ed ha esposto in 160 mostre (37 personali, 3 antologiche e 120 collettive); nel 2003 gli sono state dedicate due importanti postume: nel Salone Vanvitelliano del Palazzo Loggia a Brescia e nella Galleria Civica di Palazzo Todeschini a Desenzano del Garda.
Nel sito internet sono consultabili oltre 80 opere.
" [...] un pittore di tal genere non seduce al primo incontro (e Ragni certo se ne compiace), ma conquista a poco a poco, e poi non delude, perchè in ogni lavoro c'è un pensiero unitario che lega e porta alla sintesi, perché nell'opera complessiva c'è una concezione coerente che si svolge. [...]"
O.L.P. (O. L. Passarella) - Il Popolo di Brescia - 13 Luglio 1941
" [...] Ragni è certo fra i migliori: fa una pittura di pensiero e di sentimento. Il criterio di subordinare forma e colore ad esigenze architettoniche è una sua caratteristica che gli permette di bandire, senza alcun sforzo, elementi pittoreschi dai suoi dipinti, di realizzare su basi solide. [...]"
Oscar Di Prata - Brescia lunedì - 21 Ottobre 1946
" [...] La tematica marina è da Ragni concepita fuor dal fare tradizionale, fuori da quei piani paesaggistici prestabiliti, che fanno di un mare l'ovvia continuità della terra, un «genere» non diverso da altri generi. Una pianura ha un albero, come un mare ha un veliero. No, non questo. Trattasi, invece, del sub acqueo, della vita interna alle acque, come soltanto la scienza aveva finora fatto, togliendo i veli dell'oscurità, del timore o dell'indifferenza.
[...] Là dove la pittura di Enrico Ragni, toccata da viva luce, testimoniante la limpidezza reale delle acque o la spasmodica rifrazione del sole sulla pietra, par dissolversi per riproporsi in una possibilità nuova del mondo, là indichiamo il punto più avanzato e poetico dell'opera."
Renato Birolli - Monografia «E. Ragni» - 1953
" ... Le figure geometriche muovono anche l'immaginazione di Enrico Ragni e su di esse instaura un ritmo dinamico.
La figura principale è l'ellisse; era una figura che, appunto per il suo dinamismo implicito, piaceva anche al Borromini.
Sul campo di un colore mai gridato, queste ellissi si dispongono in rapporto alterno con le linee diagonali. E già questo rapporto (o dissonanza) di linea retta e di linea curva stabilisce un ritmo, che il pittore scandisce nello spazio del quadro, senza rinchiudervelo; e difatti potrebbe continuare all'infinito lungo le direttrici di quel moto che il pittore ha disposto. Su queste cadenze alterne, Enrico Ragni accende un'altra sequenza di ritmo: ed è quella del colore, che gioca sui rapporti sottili, e spesso anche contrastanti, di tono: il bianco, il grigio, l'azzurro, l'ocra pallido e l'ombra improvvisa del fondo. E un altro motivo ancora bisogna rilevare: la luce che entra nel tessuto del colore, per cui non è mai amorfo, o lucido e impenetrabile; bensì è intenerito o timbrato nelle stesure, che sono rese vibranti come una pelle. Ne deriva anche qui un rapporto di finezza intuitiva, una modulazione di pensieri che corrispondono a chiare sensazioni di spazio e di densità, di slancio e di pausa, di ritmo e di sosta; e cioè una schietta definizione pittorica legata per fili sottili all'emotività dell'artista, e quindi alla possibilità di un dialogo attivo con chi guarda."
Marco Valsecchi - Le firme - Dicembre 1976
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Enrico Ragni in una foto del 1951
Pescatore di laguna, 1948
Ritmi nel mare, 1956
Stromboli, 1958
Spagna, 1961
Nuovo inno di lode, 1974 |