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Alterazioni Video
Night talk of the forbidden city
dal 29/9/07 fino al 9/11/07
presso
Fabio Paris Art Gallery
Fabio Paris Art Gallery è lieta di annunciare Night Talk of the Forbidden City #2, la prima personale italiana del collettivo Alterazioni Video, dopo la presentazione del video Painting alla 52 Biennale di Venezia (Padiglione Italia), Pensa con i sensi - Senti con la mente. L’arte al presente (a cura di Robert Storr).
Night Talk of the Forbidden City # 2 propone gli ultimi sviluppi del progetto omonimo, presentato per la prima volta alla DDM Warehouse Gallery di Shanghai nell'aprile 2007.
Nel corso del suo soggiorno in Cina, Alterazioni Video si confronta col tema del linguaggio, riflettendo sulle possibili conseguenze delle intese tra le multinazionali della comunicazione e i meccanismi censori statali.
Il lavoro di networking tra le varie “cellule” di Alterazioni Video e l’utilizzo in locale di anonymizer (meccanismi antifiltraggio che garantiscono una navigazione anonima), ha permesso di redigere una lista significativa di parole ed espressioni - proibite sui principali motori di ricerca e programmi di instant messaging cinesi - nel tentativo di individuare la logica semantica di tali sistemi di filtraggio.
Alterazioni Video ha quindi “rimesso in circolazione” questi termini, stampando in inglese e in cinese le espressioni incriminate su sacchetti di plastica e distribuendoli gratuitamente per le strade di Shanghai con l'intento di restituire loro piena potenzialità comunicativa. La performance è documentata in mostra da alcune stampe fotografiche.
L'incontro di Alterazioni Video con il lavoro sui codici ed i segni linguistici di Alighiero Boetti, ha stimolato un'operazione intellettualmente più sofisticata, al contempo letterale e metaforica, di “crittazione” del messaggio. Convinto che la censura sia sempre stata un motore per l'evoluzione del linguaggio, Alterazioni Video si serve dell'opera di Boetti come un medium, un sistema di codifica già noto al pubblico dell'arte, e quindi adatto a fargli pervenire il nuovo messaggio. Così nascono i Timbri, ideogrammi incisi su pietre tipografiche assemblabili in scacchiera che diventano matrici riproducibili all'infinito, e i Tappeti, variopinte combinazioni di segni ricamati su tela. Gli arazzi e i disegni di Boetti hanno spesso bisogno, per essere decodificati, di una chiave di decrittazione. Notando l'analogia tra un modulo boettiano (quello adottato, ad esempio, in Alternando da uno a cento e viceversa, 1977) e le tag QRCODE (dei codici a matrice utilizzati nell'industria automobilistica, che possono essere fotografati e decodificati via cellulare), Alterazioni Video ha poi creato una nuova serie di arazzi che veicolano informazioni su attivisti cinesi e rifugiati politici: fotografando l'arazzo e inviando con uno smartphone l'immagine ad un apposito decodificatore online, si può accedere a queste informazioni, utilizzabili per contattarli in caso di necessità o per offrire sostegno alla loro causa. In questo modo, l'informazione censurata viene restituita – attraverso un complesso processo di codifica e decodifica – al flusso immateriale della comunicazione in rete; mentre arte e linguaggio si vedono restituire una propria funzione sociale, oltre che estetica.
Nato a Milano nel 2004, Alterazioni Video è un collettivo di 5 artisti (Paololuca Barbieri Marchi, Andrea Masu, Alberto Caffarelli, Giacomo Porfiri, Matteo Erenbourg) con base a Milano e New York. Il gruppo agisce come un network internazionale, disseminato e mobile, e si concentra sulla disinformazione e sul rapporto tra verità e rappresentazione, legalità e illegalità, libertà e censura, incrociando i linguaggi dell'arte con le pratiche dell'attivismo politico e attraversando tutti i media: dalla pittura al video, dall'installazione a Internet. Dal 2004 ad oggi, Alterazioni Video ha partecipato a eventi internazionali come Disobedience (Kunst Behetanien Museum & Play Gallery, Berlino 2005) e Remote Control (MoCA, Shanghai 2007), e ha avuto personali in istituzioni quali Location One (New York, 2006) e il Chelsea Art Museum (New York, 2006).
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