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Francesco Cito
Mostra antologica

dal 4/2/10 fino al 3/3/10
presso Wave Photogallery


Comunicato stampa

Inaugurazione Giovedì 04 Febbraio 2010 ore 19,00 - via Trieste 32/a Brescia – Italy

"Francesco è forse oggi il miglior fotogiornalista italiano. Ha l'istinto del fatto, la passione del racconto, la capacità di far passare attraverso le immagini, con forza di sintesi e rigore visivo, l'essenziale delle cose".
(Ferdinando Scianna)

Giovedì 04 Febbraio 2010 wavephotogallery inaugura alle ore 19,00 presso la sua sede di via Trieste 32/a la mostra antologica di FRANCESCO CITO dove saranno esposte più di cento immagini che ripercorrono la carriera dell'autore dal '75 ad oggi.
Fotografo eclettico, come si definisce, testimone di eventi in molti luoghi caldi, come Afghanistan, Libano, Palestina, Arabia Saudita, Iran, Bosnia e Kossovo. Ha fotografato Napoli, il Palio di Siena, la Sardegna,
il Trentino, realizzato lavori sulla mafia e sulla camorra, come sulla pesca dei tonni e sui matrimoni.


Francesco Cito nasce a Napoli nel 1949, oggi vive a Milano.
Dopo aver frequentato le scuole superiori, decide di abbandonare gli studi e gira l'Europa. Nel 1972 si ferma a Londra per dedicarsi alla fotografia, da sempre il suo obbiettivo, fin da quando, bambino, leggeva Epoca e sognava un giorno di emulare Walter Bonatti.
Il suo intento nella capitale Britannica è di frequentare i corsi di fotografia del Royal Art College, ma per motivi economici è costretto ad abbandonare l’idea, infatti, per sopravvivere nella Londra dei favolosi anni 70, si adatta ai più svariati mestieri. In seguito, dopo un anno di esperienza lavorativa per un settimanale di musica pop-rock, nel 1975 diventa fotografo-free-lance ed inizia a collaborare con il Sunday Times Magazine, che gli dedica la prima copertina con il reportage "La mattanza ". Successivamente collabora con L'Observer Magazine.
Nel 1980, dopo l'invasione sovietica, è uno dei primi fotoreporter a raggiungere clandestinamente l'Afghanistan occupato, percorrendo oltre 1200 Km al seguito di vari gruppi di guerriglieri (Mujahiddin).
Nel 1978 per il Sunday Times Magazine realizza a Napoli un reportage esclusivo sul contrabbando di sigarette.
Tra la fine del 1982 e l'inizio dell’ 83 realizza, sempre a Napoli, un reportage sulla camorra. Il servizio verrà pubblicato in tutto il mondo, dal settimanale Epoca al tedesco Stern, da Life a Die Zeit Magazine.
Nel 1983 è inviato sul fronte Libanese dal settimanale Epoca per un reportage sul conflitto in atto all’interno dell’ O.L.P. (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) tra i pro siriani del leader Abu Mussa Marzuk e Yasser Arafat e suoi sostenitori, fra l’altro è l'unico fotogiornalista a documentare la caduta di Beddawi (campo profughi), ultima roccaforte di Arafat in Libano. Seguirà gli eventi libanesi fino al 1989.
Nel 1984 inizia il suo lavoro sulla Palestina e sulle condizioni del popolo palestinese all'interno dei territori occupati della West Bank (Cisgiordania) e la Striscia di Gaza.
Dall' inizio della prima intifada 1987-88, al 1994, resta ferito tre volte durante gli scontri, due volte dai soldati israeliani ed una dai rivoltosi palestinesi durante un reportage sui settlers - i coloni ebrei oltranzisti - per il settimanale tedesco Stern.
Nell'aprile 2002, è tra i pochi ad entrare nel campo profughi di Jenin, sotto coprifuoco durante l'assedio israeliano, come anche a Betlemme.
Nel 1989 è inviato dal Venerdi di Repubblica di nuovo in Afghanistan e ancora clandestinamente, per raccontare la ritirata sovietica e la possibile presa di Kabul da parte della resistenza (Mujahiddin) la quale avverrà solo nel ‘94.Tornerà in Afghanistan di nuovo nel 1998 inviato da Panorama Magazine.
Nel 1990, ancora per il Venerdi di Repubblica è tra i primi fotoreporter in Arabia Saudita durante lo sbarco dei Marines USA dopo l'invasione dell'Irak in Kuwait. Rimarrà testimone dal Primo conflitto della Guerra del Golfo fino alla liberazione nel marzo 91.
A più riprese è presente nell'area Balcanica dalla Bosnia al Kossovo durante i vari conflitti interetnici e in quelli Albanesi.
In Italia segue con particolare attenzione i fatti di mafia e di camorra, ma segue anche il palio di Siena e vari aspetti sociali. Negli ultimi tempi, l'obiettivo è puntato sulla Sardegna fuori dagli itinerari turistici.


Tra gli onori ricevuti:

1995 il World Press Photo gli conferisce il terzo premio Day in the Life per il
"Neapolitan Wedding story "
1996 il World Press Photo gli conferisce il primo premio per il Palio di Siena.
1997 l'Istituto Abruzzese per la storia d'Italia contemporanea, gli conferisce il premio "Città di Atri" per
l'impegno del suo lavoro sulla Palestina.
2001 il Leica Oskar Barnak Award lo segnala con una Menzione d'Onore per il reportage "Sardegna"
2004 riceve il premio Città di Trieste per il Reportage. I° edizione
2005 riceve il premio: La fibula d'oro, a Castelnuovo Garfagnana (LU)
2005 riceve il premio " Werner Bischof " Il flauto d'argento ad Avellino
2006, l'associazioni FIAF lo insigna del titolo "Maestro della fotografia italiana.
2006 vince il premio Bariphotocamera
2009 vince il premio San Pietroburgo (Russia)
2009 insignito del premio Antonio Russo per il reportage di guerra (Francavilla-Pescara)








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