Pittori bresciani protagonisti della pittura del '900 Pittura moderna e contemporanea.
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Antonio Pasinetti (1863- 1940)
Un pittore dalla dolce malinconia tra Belle Epoque e Novecento.


presso Civica Pinacoteca Pasinetti


Nata nel dicembre 2007 dalla Donazione Antonio e Laura Pasinetti la Pinacoteca di Montichiari raccoglie nelle proprie sale oltre 110 dipinti firmati dal monteclarense Antonio Pasinetti (1863-1940), un pittore dal colorismo vivace trasferitosi a Milano nel 1889 per vivere la grande stagione della pittura lombarda tra Belle Epoque e Novecento. Attraverso un percorso suggestivo, suddiviso nei temi del ritratto, del paesaggio, della pittura sociale e del confronto tra bozzetti ed opere finite, emerge una vita artistica intensa ed appassionata sulla scia di amici come Giovanni Segantini, Leonardo Bazzaro, Paolo Troubetzkoy e Cesare Tallone.


Ingresso libero

Orari di apertura
Giovedì: (solo su prenotazione per gruppi e scolaresche)
Sabato: 9.30-12.30 / 15.00-18.30
Domenica: 15.00-18.30
Chiusura nei giorni di 25, 26 dicembre
domenica di Pasqua, 25 aprile e Ferragosto

Visite guidate su prenotazione per gruppi
(minimo 10, massimo 25 persone: 3,00 euro cad.)
Per le scuole dell’infanzia ed elementari di Montichiari
la visita didattica è gratuita
Prenotazioni ed informazioni
tel. 030 9656323 (negli orari di apertura)
oppure Proloco di Montichiari tel. 030 9650455
e-mail: info@pinacotecapasinetti.it

Accesso per disabili

Bookshop Grafo edizioni
Apertura con gli stessi orari della Pinacoteca

Come raggiungerci
Autostrada A4, uscita Brescia est direzione Montichiari
Autostrada A21, uscita Manerbio direzione Montichiari

Comunicato Stampa
Inaugurata Il 16 dicembre 2007 a Montichiari (Brescia) la Pinacoteca Pasinetti ospita la “Donazione Antonio e Laura Pasinetti” avvenuta nell’aprile 2006 e composta da centinaia di opere del pittore monteclarense Antonio Pasinetti vissuto a Milano tra Otto e Novecento.

“Antonio Pasinetti, un pittore dalla dolce malinconia, un artista perfetto, sempre elegante nell’abito, con l’umore serenamente uguale, pacato ed arguto nella conversazione; si sentiva nel suo intimo un signore e lo rivelava nei modi e nella sua arte”. Nel 1942 Lauro Pasinetti condensava in queste parole il ricordo del padre morto a settantasette anni nel 1940 e celebrato proprio in quel 1942 da una grande mostra organizzata a Milano col sostegno di Giovanni Treccani degli Alfieri, che del pittore fu sempre grande estimatore e fraterno amico, forse in virtù della comune nascita monteclarense. È dunque un felice destino quello che oggi ha idealmente ricongiunto a Montichiari l’amicizia di questi due uomini strettamente legati all’arte e alla cultura, attraverso due istituzioni civiche quali la Biblioteca Treccani (nata nel 1966 ) e la Pinacoteca Pasinetti, recentemente allestite insieme nell’elegante palazzo neoclassico del vecchio ospedale cittadino, già sede nel XVI secolo della chiesa di San Rocco. L’intuizione di tale connubio non sfuggiva all’intelligente e appassionata personalità di Laura Pasinetti - nipote del pittore, nata a Milano nel 1935 e docente di astrofisica all’università di Milano - che nell’aprile 2006 donava alla Città di Montichiari il patrimonio famigliare di oltre quattrocento opere, tra dipinti bozzetti e disegni, firmati in buona parte da Antonio Pasinetti e originariamente conservati nella casa e nell’atelier milanesi del pittore, in via Carroccio. A oltre un anno dalla scomparsa della professoressa Laura, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Montichiari ha dunque portato a termine lo sforzo da lei tenacemente avviato per la costituzione di una Civica Pinacoteca, destinata a conservare in modo permanente l’opera di Antonio Pasinetti.

Antonio Pasinetti nasce a Montichiari nel 1863 e nonostante le umili condizioni familiari ha modo sin da giovane di educare il proprio impulsivo talento artistico. A dodici anni già strofina i pennelli nella bottega di Luigi Campini costruendo la sua formazione prima a Brescia presso la Scuola Moretto e in seguito con gli insegnamenti di Vespasiano Bignami all’Accademia di Brera di Milano dove in un solo anno, nel 1881, ottiene il diploma d’insegnamento del disegno, che costituirà spesso un sicuro appiglio in una vita dalle alterne fortune. La tenacia e la pratica ne fanno velocemente un apprezzato ritrattista della media e alta borghesia lombarda, alla pari di specialisti come Emilio Gola o Cesare Tallone. Si tratta di un’attività indispensabile a un’esistenza dignitosa e distribuita nell’arco dell’intera sua carriera. Ma in alternativa alla costante committenza di ritratti Pasinetti dipana soprattutto una piacevole e poco nota pittura di paesaggio, ispirata dai continui viaggi nel nord Italia, da Courmayeur a Venezia, tra laghi, montagne e pianure assolate, studiati con passione attraverso centinaia di “impressioni”, dipinte con scioltezza e toni vivaci su assicelle di piccolo formato., dove talvolta è possibile scorgere i riverberi delle irrequiete correnti artistiche che caratterizzano quei decenni a cavallo tra Otto e Novecento. Pasinetti fu senza dubbio un artista discontinuo e contraddittorio. Cresciuto negli ultimi esiti della scapigliatura milanese, il pittore di Montichiari alterna pennellate dense e avvolgenti - dettate da un temperamento emotivo - a piccoli tocchi di colore puro, in omaggio al divisionismo di Giovanni Segantini e del più intransigente Angelo Morbelli. In altri casi, uno sguardo attento alla pittura di Jean François Millet e ai suoi epigoni lombardi è variamente tradotto tra 1894 e 1915, da opere dove la rappresentazione in primo piano di contadini e braccianti tocca i temi della denuncia sociale, per intrecciarsi forse agli indelebili ricordi giovanili di una terra natia dura da lavorare e da vivere. Intorno al 1930 l’amicizia con Margherita Sarfatti avvicina Pasinetti agli ideali di “Novecento Italiano”. Si tratta ancora di un’adesione marginale e incompleta. L’artista del resto preferì sempre percorrere un proprio crinale, spesso a metà strada tra nostalgia e avanguardia, con le libere varianti dell’autodidatta applicate sino agli ultimi anni di vita, quando la tavolozza del pittore, ormai vecchia e consunta dall’uso, rifiorisce a sorpresa con tonalità brillanti e materiche che sostituendosi al disegno compongono plasticamente le immagini, chiudendo felicemente l’autunno del dolce e malinconico pittore di Montichiari.








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