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Carmelo Bongiorno - 1985/2010
dal 5/6/10 fino al 25/9/10
presso
Agnellini Arte Moderna
Comincato stampa
Per la prima volta una mostra fotografica sarà ospitata dall’8 giugno al 25 settembre nel modernissimo spazio espositivo della Galleria Agnellini Arte Moderna: la prima grande antologica di Carmelo Bongiorno, giovane e talentuoso autore siciliano.
La rassegna è realizzata con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Brescia si svolge nell’ambito della Biennale Internazionale di Fotografia giunta alla sua quarta edizione bresciana.
La mostra curata da Dominique Stella include i progetti più significativi dal 1985 al 2010, in cui spicca la “trilogia” composta dai volumi L’isola intima (pubblicato nel 1997), Bagliori (2001) e Voci (2010). Queste opere racchiudono un arco di 25 anni di scatti in cui emerge il fulcro della produzione più poetica di Carmelo Bongiorno che possiamo definire il cuore di questa antologica.
Sono presentate 57 opere fotografiche, tra vintage (stampate in camera oscura dall’artista tra il 1985 e il 1993) e lavori di grande formato (da 100x100 a 110x150 cm), che l’artista ha selezionato partendo dagli scatti giovanili in bianco e nero degli anni ’80 sino ad arrivare alle foto più recenti e ai pezzi inediti che fanno parte della sua ultima ricerca artistica, Forbidden Colors, dedicata allo studio del colore.
La carriera di Carmelo Bongiorno è costellata di mostre, pubblicazioni e riconoscimenti internazionali, a partire dal premio European Kodak Award vinto ad Arles nel 1989 sino ad arrivare all’esposizione collettiva del 2005 al Peggy Guggenheim Museum di Venezia dedicata ai “Maestri della Fotografia”.
Di lui si ricordano varie collaborazioni artistiche importanti come quella con il musicista Franco Battiato, suo amico ed estimatore da oltre 15 anni, che l’ha scelto come autore delle copertine dei suoi CD e collaboratore artistico per i suoi video, condividendo artisticamente con lui un modo di sentire ed interpretare la realtà anche se attraverso mezzi diversi.
“Più volte ho avuto occasione di riflettere sul lavoro di Carmelo – osserva Battiato nel testo che ha voluto scrivere per l’amico ad introduzione del catalogo della mostra – […] il suo mirare verso una profondità piuttosto che il voler rappresentare una superficie. [… ] E’ uno dei pochi artisti che hanno la capacità o meglio la facoltà, di cogliere l’essenza misteriosa delle cose, di trasformare ricordi privati in immagini fuori dal tempo e, a volte, persino al di là dello spazio.”
Bongiorno si distingue nel panorama della fotografia internazionale per i suoi scatti in bianco e nero nei quali l’artista, trasformando la macchina fotografica in uno strumento poetico di introspezione, penetra oltre la superficie delle cose e il mero desiderio di documentare per raccontare coraggiosamente le sue visioni e le sue inquietudini. I soggetti delle immagini sono sfocati, evanescenti, come se l’osservatore sperimentasse un momentaneo stato onirico.
Particolare è l’uso della luce, attraverso il quale la Sicilia, sua terra di origine, rimane la costante protagonista dei suoi lavori, anche se non necessariamente il soggetto. In un gioco continuo di contrasti, è stato spesso notato come i bianchi siano abbacinanti come la luce del sole di Sicilia e i neri profondi ed intensi come la lava vulcanica dell’Etna.
In modo simile Carmelo Bongiorno usa il colore. Nelle opere fotografiche frutto dei suoi studi più recenti ed esposte – alcune per la prima volta – nella mostra alla Galleria Agnellini, indipendentemente dalla messa a fuoco dell’immagine, il colore usato è luminoso ed intenso: “Inatteso quasi come una sfida – dice ancora Battiato nella sua introduzione – […] visioni e frammenti di quotidianità vissuti attraverso un colore forte e destabilizzante tanto quanto il suo ben noto bianco e nero.”
Tra i lavori in esposizione si segnalano: tratti dalla serie “L’Isola intima”, Catania, 1988, e Segesta, 1994, entrambe stampe vintage ai sali d’argento su carta baritata, cm. 40x40; Fotomodella, 1996, della serie “Bagliori”, cm. 110x150, stampa Giclée su carta Hahnemule fine art Baryta; Ulivo e vento, uno scatto del 2008 inserito nel volume “Voci”, cm. 90x90, stampa Giclée su carta Hahnemule fine art Baryta e il recente colore Blue Fish, 2009, cm. 110x150, nella stessa tecnica della precedente opera ma che fa parte dell’ultimo progetto di ricerca “Forbidden Colors”.
Alcune note biografiche
Carmelo Bongiorno nasce a Catania nel 1960. Nell’estate del 1978 ‘scopre’ la fotografia e dal 1982, dopo gli studi universitari, decide di dedicarsi esclusivamente a questa ‘arte della visione’.
Ha tenuto workshop, stage e corsi di fotografia in Italia e all’estero e ha partecipato a mostre nazionali ed internazionali. Le sue opere sono conservate presso importanti collezioni pubbliche e private e pubblicate da autorevoli testate internazionali e case editrici.
Attualmente vive e lavora tra Catania, Milano e Parigi.
Nel 1982 fonda il Gruppo Fase, un gruppo di sperimentazione artistica che lavora sulla base di un uso non consueto della fotografia. Dopo varie esperienze artistiche in diversi ambiti, si dedica completamente alla fotografia e nel 1989 vince il premio “European Kodak Award” di Arles con un lavoro in bianco e nero .
Nel 1993 è uno dei 6 fotografi convocati dalla Comunità Economica Europea a realizzare una serie di immagini per “Les Routes du Lait”, poi esposte alla Biblioteca Nazionale di Parigi.
Nel 1997 pubblica il primo volume importante di sue opere “L’Isola intima”, un viaggio tra i luoghi e le emozioni della sua terra d’origine con una mostra itinerante che riassume 7 anni di ricerca (1988-1995); il volume ha la prefazione di Franco Battiato.
Nel 1998 è chiamato a rappresentare l’Italia alla manifestazione “Mois de la Photo “ a Parigi.
Nel 2000 espone una sua personale al Piccolo Teatro di Milano nell’ambito della rassegna “Teatro della Visione”, organizzata da Giovanni Chiaramonte a cui partecipano anche Wim Wenders e Ugo Mulas.
Nel 2002 partecipa alla grande mostra di arte contemporanea dedicata a Italo Calvino, “Le Città Invisibili”, organizzata alla Triennale di Milano.
Nel 2005 espone al Peggy Guggenheim Museum di Venezia nella mostra “I Maestri della Fotografia”.
Nel 2009 è ospite al SIFEST 09, il Festival della Fotografia di Savignano.
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