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Costruttori di segni e/o sogni
dal 18/6/09 fino al 31/8/09
presso
Galleria Alba d'Arte
Giovedì 18 giugno alle 19 presso il nostro spazio espositivo di via Beccaria 9 in centro città , si terrà l’inaugurazione dell’evento costruttori si segni e/o sogni, con la presentazione critica del Prof. Mauro Corradini e del Prof. Fausto Lorenzi .
La mostra sarà aperta fino al 31 Agosto con i seguenti orari : Martedì a Sabato dalle 10-13 dalle 14 alle 19.
La mostra collettiva ha come riferimento ineludibile di questi percorsi incisi il Maestro Gianfranco Ferroni insieme a Giusi Lazzari, Luciano Pea , Paolo Petrò, Roberto Rampinelli, Girolamo Battista Tregambe, Vittorio Emanuele.
Alcune parole del Prof. Mauro Corradini sottolineano il coraggio e la reale passione verso quell’Arte contemporanea che sappia rispondere ad un desiderio antico, che ha da sempre contraddistinto l’operare della Galleria Alba d’Arte in questi anni di attività a tutt’oggi , in cui sceglie con coraggio di presentarsi al pubblico con un evento interamente dedicato ai segni incisi:
“Il processo a stampa, il percorso del segno dalla lastra al foglio è sempre un percorso lungo e pieno di brividi, perché sostanzialmente imprevedibile; mi raccontava un amico di un grande incisore marchigiano che questi immergeva nell’acido al due per cento la sua lastra incisa e poi raggiungeva Roma per commissioni e solo a sera, quando rientrava, osservava gli effetti della morsura. E dopo la prima morsura, la pulizia, l’inchiostratura, la prova di stampa; e ancora la ricopertura con la vernice, altri segni, là dove l’occhio e il cuore hanno suggerito un nuovo intervento, e ancora una nuova acidatura, … In una piccola lastra, grande quanto una cartolina, quanti segni, quanti interventi. Un lavoro che è pazienza e professionalità, ma anche invenzione e poesia: “ecco perché amo l’incisore” concludeva Valéry, perché il risultato di un lento processo, il figlio della paziente impazienza, o dell’impazienza paziente trascrive pur nella sua contenuta superficie un mondo intero, “porta quel minimo di universo, quel niente, ma essenziale, che suppone un tutto di intelligenza”.
Ed ancora:
“( ….)Già, la solitudine: un artista oggi non può che essere solo o offrirsi al pubblico di Disneyland; forse anche per questo l’incisione è solitudine, riflessione appartata; non è solo poco celebrata, ma vive una sorta di estraneità nei confronti delle tendenze commerciali, che preferiscono la serigrafia, più industriale, la fotografia, più ripetibile all’infinito, ed entrambe amplificabili, quasi che la dimensione serva a coprire il vuoto. L’incisione è piccola, giunge anche al 10x10, si misura ancora in millimetri, in un mondo che crea arte circondando intere isole o percorrendo interi spazi al Central Park. Non è proprio amata.
La solitudine è un esercizio importante alla riflessione; così come il piccolo spazio è un pieno.”
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