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Le cattive madri
Francesca Martinelli
dal 5/2/10 fino al 26/2/10
presso
Skin Gallery
Comunicato stampa
Nei “defilé antropologici” di Francesca Martinelli la definizione bachtiana
del corpo prende il sopravvento e cerca di sovvertire gli stereotipi imposti dalla
visione massmediale comune, evitando che ogni forma di diversità venga
alienata. Ecco allora che la protesi, i funesti ex voto realizzati con oggetti
d'affezione, gli animali impagliati e le piccole bambole amputate - prossime,
oltre alle più recenti Broken Dolls di Cindy Shermann -, alle antiche composizioni
legate al concetto di Vanitas, fungono quasi da improbabili ed alternativi
accessori femminili.
Sempre in bilico fra bellezza e deformazione, perfezione e menomazione,
la Martinelli ripercorre così attraverso la performance, la fotografia e l'installazione,
il suo “inno di gioia al corpo parlante”, e ci conduce all’interno di mondi ibridi
dove natura, animale ed oggetto si fondono in un'unica forma, divenendo
materia viva e pulsante.
Se nella performance tutto è accuratamente studiato e calibrato, nelle fotografie
l'artista lascia che la componente aleatoria abbia quasi il sopravvento,
mentre i colori sempre più intensi delle ultime serie, assumono un valore
espressionistico che simula non solo una condizione di artificiosità e surrealtà,
quanto quella “parodia del bello che è la cosmesi”.
Eva Comuzzi
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