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Leggere attentamente l'istruzione interna
di Eloisa Gobbo
dal 23/9/06 fino al 11/11/06
presso
Galleria delle Battaglie
Vernissage: sabato 23 settembre 2006 alle ore 18.30
Comunicato stampa
Possibile che una composizione piacevole e divertente possa essere anche sferzante e ‘cattiva’? Possibile che una grafica accattivante possa sottolineare un messaggio corroborante? Possibile che una ricerca sulla forma e sul colore possa sottintendere a un ampio lavoro sul concetto? Nell’opera di Eloisa Gobbo tutto ciò è assolutamente possibile, anzi doveroso; i quadri dell’artista sono innegabilmente ‘belli’, ricchi, piacevoli da guardare ma non per questo rinunciano a far pensare, a quell’impegno sociale che sembra essere una delle grandi caratteristiche della cultura artistico-visiva dell’attualità.
L’artista, archivista del contemporaneo, studiosa attentissima degli stili degli ultimi decenni, prende dalla grafica, dalla pubblicità, dall’editoria, dalla storia, dal costume e, dopo aver mescolato ben bene gli ingredienti, tira fuori un cocktail tipo mela di Biancaneve: meraviglioso e brutale, coloratissimo, gustoso e letale. Eloisa infatti lavora su come un’opera d’arte possa diventare trappola, imboscata per quel pubblico che cerca un piacere immediato e disimpegnato e che si ritrova infine invece a ripensare, o almeno subire, questioni delicate e difficili. Mentre è lì a guardare una composizione astratta folgorante e avvolgente, ogni spettatore è chiamato a rispondere alla domanda lanciata dalle parole dell’opera, dalle scritte sovrapposte ai motivi, e man mano che procede nella lettura dell’intero quadro scopre che quei particolari, quelle silhouette, quei colori, quegli accostamenti che sembravano puro decoro puntano invece tutti su un unico obbiettivo (sesso, prostituzione, incomunicabilità, disparità sociali) con l’intenzione di approfondire progressivamente la riflessione.
Eloisa Gobbo sceglie una strada battuta di recente dall’arte statunitense, opta per quel discorso pittorico “fusion” che vede, in maniera diversa, impegnati maestri come David Salle e Fabian Marcaccio, lavora, cioè, sull’impossibilità di costruire oggi un discorso organico e assolutista. Al tempo della rete, dello zapping, della televisione fai-da-te, anche la pittura deve impegnarsi a fondere gli opposti, a far gravitare attorno a un punto magnetico tanti discorsi anche slegati tra loro. Da questo insieme furente, vibrante, elettrico, può e deve venir fuori l’unica maniera possibile che ha oggi l’arte di controbattere alle nuove tecnologie e alle immagini in diretta continua. Dipingere come se si trasmettesse via etere, questa la sfida dell’artista.
In galleria oltre ad opere su tela, saranno esposti alcuni tappeti multicolori, nuovi ed originali oggetti d’arte.
La mostra curata da Maurizio Sciaccaluga prosegue fino al 25 ottobre.
Eloisa Gobbo (Padova 1969) vive e lavora tra Padova e Milano.
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