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Lucien Clergue
histoire d'A
dal 28/5/05 fino al 30/6/05
presso
Museo Ken Damy di fotografia contemporanea
“In nudo veritas” ed in veritas Lucien da questo nudo di Agnes, che non a caso si chiama Fontana,
è stato ispirato come non mai: in questo nudo c’è l’amore, la vita, l’anima, il piacere ed il cuore.
L’ha esaltata con vigore, ritraendola come un trionfo in contrapposizione alle licenziose e volgari
nudità femminili oggi tanto di moda, che più che da museo sono da edicola, interpretate anche da
famosi autori.
L’opera di Lucien, anche nelle immagini di nudo del passato, ha sempre interpretato la bellezza,
la cultura, la sensibilità e la libertà del pensiero: espressioni che ritroviamo anche nelle immagini
di Agnes. E la memoria mi riporta a “Olympia” di Manet, provocatoria e sublime o a “l’origine del
mondo” di Gustave Courbet, che identifica in un pube rigoroso, invitante e disponibile.
Con Agnes, Lucien dimostra che la fotografia non è solamente tecnica, ma piuttosto creatività,
interpretazione palpitante della vita, della natura e delle pietre in simbiosi con il nudo di Agnes,
testimoniando la sua emozione e la sua sensibilità. Per Lucien fotografare è gioia, vocazione e
passione insieme, come se il nudo rappresentasse il ritratto dell’anima e, come diceva Boileau,
“Rien n’est beau que le vrai”:
Agnes è vera con quella bellezza che è più nel cuore di chi la sente che negli occhi di chi la vede.
Ciao Lucien, tieni sempre accesa la tua “luce” sulla tua luminosa strada e sempre OK con la nostra
antica amicizia.
Franco. Testo tratto da www.museokendamy.com
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