|
Martin Jiminez Chambi
Vintage print (a cura di Mario Trevisan)
dal 26/3/05 fino al 28/4/05
presso
Museo Ken Damy di fotografia contemporanea
40 vintage di uno dei più importanti autori della storia della fotografia
il peruviano Martin Jiminez Chambi.
Cambi nasce nel 1981 a Coasa in Perù.
Nel 1900 lavora con il padre in una miniera d’oro inglese ed inizia a studiare fotografia.
Dal 1908 al 1917 lavora come apprendista con il fotografo ritrattista Max.T.Vargas ad Arequipa.
Nel 1917 apre uno studio a Sicuani e pubblica la prima cartolina del Perù.
Nel 1920 si trasferisce a Cuzco e apre uno studio con il pittore e fotografo
Huan Manuel Figueroa Aznar che riscuoterà molto successo;
realizza ritratti di famiglie benestanti, di intellettuali, delle autorità locali e dell’aviatore Enrique Rolandi.
Fotografa anche eventi pubblici ed edifici.
Tra il 1920 e il ’25 apre un secondo studio a Cuzco dove si installa definitivamente con la famiglia.
Nel 1927 è cofondatore dell’American Institute of Art e nel 1928
è cofondatore e direttore dell’Accademia di arti plastiche di Cuzco.
Viaggia frequentemente per esposizioni a Lima e a Santiago del Chile.
Dal 1940 smette di viaggiare e rimane ad Arequipa e Cuzco.
Muore a Cuzco nel 1973.
Soltanto dopo la sua morte nel 1973 attraverso l’acquisizione dell’archivio generale da parte
del Museo d’Arte Moderna di New York e del Museo d’arte moderna dell’Università del Nuovo Messico
(Albuquerque) ed alle conseguenti varie mostre in America ed Europa
l’Opera fotografica di Chambi ottiene la fama che si merita.
Ora il fotografo peruviano viene giustamente considerato tra i “grandi“ protagonisti della
“grande“ fotografia latinoamericana assieme ad Alvarez Bravo, Agustin-Victor Casasola e altri.
In vita ha pagato il fatto di essere nato in un piccolo villaggio
da una famiglia contadina indios di origine Incas.
La scoperta della macchina fotografica è come spesso accade del tutto casuale.
Nel 1909 lavora nello studio di M. T. Vargas ad Arequipa dove purtroppo le sue origini
creano a Chambi grosse difficoltà nonostante il suo talento subito dimostrato.
Nel 1920 va a Cuzco,l’antica capitale dell’impero Incas
dove può esercitare senza sentirsi ed essere considerato un diverso.
Qui da una parte ritrae i suoi abitanti, ottiene vari lavori su commissione ( ritratti, matrimoni e molti altri )
e dall’altra si dedica sistematicamente a fotografare l’antica capitale in ogni angolo, anche il più remoto,
creando una documentazione rigorosa di Cuzco a quell’epoca.
Nel complesso viene fuori un affresco della vita di questa città fatto da un fotografo
dotato di grande talento che ha vissuto in quel luogo quarant’anni.
Le sue immagini sono prive di quella drammaticità e teatralità tipica della fotografia latinoamericana
anche se pervase da un grande coinvolgimento emotivo.
I suoi paesaggi sono rigorosi, vogliono sembrare di pura documentazione,
mentre i ritratti sono spesso velati di una leggerissima ironia.
Mario Trevisan. Testo tratto da www.museokendamy.com
Orari: Dal martedì alla domenica dalle 15,30 alle 19,30. Lunedì chiuso.
Ingresso libero.
|
|
|