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Max Klinger. Un amore
dal 20/1/07 fino al 10/3/07
presso
Galleria dell'Incisione
Comunicato stampa
La mostra prende il titolo dalla cartella “Un amore”, una delle più affascinanti
tra le quattordici serie di incisioni, eseguita da Max Klinger nel 1887.
L’artista descrive nella sequenza di dieci fogli la vicenda di un innamoramento,
fatale per la fanciulla, che vivrà una storia di breve felicità seguita dalla vergogna
di una gravidanza illegittima conclusasi con la tragica morte per parto.
Il tema della donna vittima del moralismo e dei pregiudizi dell’epoca è
frequente nell’opera incisoria di Klinger (vedi i cicli Una vita, Eva e il futuro e Una
madre all’interno dei Dramen), certamente influenzato dal pensiero di Elsa
Asenjieff, scrittrice di ampio respiro protofemminista – sua compagna fino al
1911.
La sensibilità nei confronti della difficile condizione femminile verrà
paradossalmente disattesa nella pratica dell’ultimo periodo di vita di Klinger,
quando, invaghitosi della giovane domestica Gertrud Boch, la sposerà (1919),
dopo aver lasciato la Asenijeff, che non aveva sposato e che gli aveva dato una
bambina. Elsa Asenjeff morirà in manicomio nel 1941.
Oltre alla cartella “Un amore” sono esposti un’altra ventina di fogli che ruotano
attorno al tema della donna e dell’amore, tratti da altre serie, tra cui quella più
famosa di tutte “Parafrasi sul ritrovamento di un guanto”.
A completamento della rassegna esponiamo una selezione di disegni e incisioni
di artisti contemporanei a Klinger, affini per qualità e tematica: Willy Geiger,
Otto Greiner, Emil Orlik, Richard Müller, Martin Philipp, Joseph Uhl.
Max Klinger (Lipsia 1857 - Grossjena 1920)
«Klinger è stato l’artista moderno per eccellenza.
Moderno non nel senso che oggi si dà a questa parola, ma
nel senso di uomo cosciente che sente l’eredità di secoli e
secoli d’arte e di pensiero, che vede chiaramente nel
passato, nel presente e in se stesso.»
Giorgio De Chirico, 1920
Pittore, scultore e grafico, Max Klinger nasce a Lipsia il 18 febbraio 1857 e
muore a Grossjena, presso Naumburg, il 5 luglio 1920. Dopo aver frequentato a
Lipsia la Scuola di avviamento e la Scuola tecnica, nel 1874 si trasferisce a
Karlsruhe.
Tra il 1875 e il 1879 si dedica alle incisioni, che pubblica nel decennio successivo.
L’attività grafica comprende acqueforti, bulini e litografie, distribuiti in cicli che
egli intitola “Opus”, come i musicisti e i poeti.
Nel 1882 compie la decorazione della villa Albers a Stegliz presso Berlino, sua
prima opera importante di carattere pittorico e decorativo.
Nel 1883-86 vive a Parigi, ove esegue dipinti di grandi dimensioni ed inizia la sua
attività di scultore. Nel 1888 passa con Karl Stauffer-Bern a Roma, ove vive fino
al 1893 lavorando intensamente affascinato dalla natura e dall’arte classica.
Ritorna quindi a Lipsia ove vivrà quasi tutto il resto della vita, tranne viaggi in
Italia, Grecia, Francia e Spagna, spesso compiuti per l’acquisto del marmo.
Nel 1895 pubblica il libro programmatico “Malerei und Zeichnung” (“Pittura e
disegno”). Nel 1898 esegue “Cristo in Olimpo”, in cui sono unite plastica e
pittura. Nel 1902 compie il monumento a “Beethoven” a Lipsia che gli dà la
notorietà e che rappresenta la sua massima espressione plastica.
L’arte visionaria di Klinger è stata collegata a quella di Arnold Böcklin ed ha
esercitato una profonda influenza su De Chirico.
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