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Pirandello
Le nature morte (a cura di Fabrizio D'Amico e Marco Goldin)
dal 20/1/07 fino al 9/4/07
presso
Museo S. Giulia
Comunicato stampa
Il ciclo di mostre dedicate ai protagonisti del Novecento italiano prosegue poi con questa suggestiva esposizione dedicata all’opera di Fausto Pirandello (1899-1975), a cura di Fabrizio D’Amico e Marco Goldin. Si è scelto però di approfondire un aspetto cruciale, nella sua peculiarità sino a oggi trascurato dagli studi, della sua produzione: la mostra sarà infatti incentrata sul grande episodio della sua pittura che tratta il genere antico della natura morta.
Genere che Pirandello sa profondamente innovare, già a partire dal tempo trascorso a Parigi, sul finire degli anni venti, ove – vicino ma non mai stretto sodale del gruppo degli “italiens de Paris” – egli ripercorre piuttosto le lezioni già ‘classiche’ di Picasso, Derain e Braque. Seguirà quindi la straordinaria stagione romana degli anni trenta, quando la sua figura cresce sino ad attingere quella piena maturità che ne farà uno dei maggiori e devianti interpreti del ‘realismo’ europeo. Nel dopoguerra infine, Pirandello avvicinerà il neo-cubismo prima e l’astratto-concreto di Lionello Venturi poi, ma sempre da uno spalto di personalissima, solitaria, fin scontrosa autonomia di linguaggio.
La gigantesca figura di Pirandello, che seppe portare alle estreme conseguenze il malessere e la duplicità nella percezione del reale, già fondamenti della poetica del padre Luigi, si esplica soprattutto nella pittura di figura. Ma è altrettanto vero che lo stesso dolore, le stesse straniate attese, lo stesso sospeso e attonito stupore di fronte alla visione della realtà s’insinua anche nel genere della natura morta. Che egli concepisce non come sapiente, morandiana disposizione di oggetti sul piano di posa, ma come teatro dell’incongruo, come luogo ove, come fossero stati lì riuniti da un casuale colpo di ramazza, oggetti minimi, destituiti d’ogni grazia e d’ogni prestigio, si ritrovano a dar testimonianza, anch’essi, del mistero frastornante della vita.
La mostra, che proporrà circa trentacinque opere distese dal 1928 al tempo ultimo, consentirà di leggere per intero lo sviluppo di Pirandello attraverso gli anni così distanti della sua densa produzione. Ma soprattutto metterà in luce la straordinaria qualità della sua pittura, fatta da un registro cromatico governato da pochi colori di terra, da luci corrusche e malate, da una materia affocata e gremita. E da un gesto, su di essa, breve e rattratto, in cui si ricovera in ogni stagione il sempre eguale dolore del pittore.
Orario delle mostre:
Dal lunedì al giovedì ore 9-19
Venerdì e sabato ore 9-21
Domenica ore 9-20
1 novembre 2006 ore 9-20
1 gennaio 2007 ore 11-20
Chiuso 24, 25, 31 dicembre 2006
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