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Reset
Michele Bazzana
dal 17/11/07 fino al 11/1/08
presso
Fabio Paris Art Gallery
Comunicato stampa
Ironiche e spiazzanti, le opere di Michele Bazzana sono rappresentazioni allegoriche di sensazioni e pensieri e diventano mezzo empirico per esprimere un messaggio. Le sue installazioni vengono azionate da processi fisici e meccanici in cui oggetti comuni, decontestualizzati dal quotidiano e montati in insoliti assemblaggi, divengono le parti formali di un linguaggio da codificare. Partendo da un oggetto ordinario Bazzana arriva a definire metaforicamente un concetto puro, sia esso un’emozione, un’immagine concreta che si trasforma simbolicamente attraverso un gesto, o un ricordo sfocato che rivive nello spazio grazie all’azione di ingranaggi spesso antropomorfi o umanizzati.
Congegni e forze meccaniche, situazioni e capovolgimenti paradossali caratterizzano le sue opere, dove la funzione logica degli oggetti è negata dalla presenza stessa dello spettatore. In un universo caotico, mosso da leggi opposte di antitesi e affermazione, Bazzana, deus ex machina, parte da un oggetto per raccontare e far riflettere sul nostro modo di confrontarci con la realtà.
''Reset'', che è anche il titolo della mostra nella nostra galleria, è una macchina, una specie di gru, sviluppata su i due assi verticale e orizzontale che occupano entrambi l’intero spazio espositivo. Delle ruote alle estremità verticali percorrono in lungo tutta la galleria, seguendo un percorso rettilineo metaforicamente temporale. Le due estremità orizzontali focalizzano lo spazio artistico e lo “resettano”: ad un’altezza di un metro e sessanta, l’altezza media a cui sono appesi i quadri e in cui si pone lo sguardo, due tamponi di carta vetrata “ripuliscono” le pareti.
Come nella maggior parte dei lavori di Bazzana lo sforzo che la macchina compie per assolvere alla sua funzione è esageratamente sproporzionato, tanto da invertire, con un effetto straniante, il rapporto d’importanza tra il risultato e il corrispondente processo. Il sentimento di frustrazione che ne deriva non è un problema, ma è l’opera stessa, e il risultato, francamente, lo si può anche raschiare via.
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