Pittori bresciani protagonisti della pittura del '900 Pittura moderna e contemporanea.
LE MOSTRE A BRESCIA  
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Per ricordare Francesco Rovetta (1849-1932)

dal 28/11/09 fino al 20/12/09
presso Osservatorio d'Opera


Sabato 28 novembre alle ore 17,30, nei locali del laboratorio di restauro "Osservatorio d'Opera" in Via Crispi 37/A si è inaugurata la mostra "Per ricordare Francesco Rovetta (1849-1932)".

Nell'occasione è stato presentato il catalogo con lo stesso titolo, a cura di Luigi Capretti, Andrea Lancini e Giorgio Orlandi, che illustra la vita e l'opera di un grande pittore bresciano poco conosciuto dal pubblico.

Orario: dal Lunedì alla Domenica ore 16-19, il Sabato anche 10-12.
La mostra resterà aperta fino al 20 dicembre.

FRANCESCO ROVETTA
1849 – 1932

Francesco Rovetta nacque a Brescia il 13 luglio 1849, unico erede di una famiglia di commercianti, che volle avviarlo all'attività familiare e non assecondò la viva inclinazione all'arte che il figlio aveva dimostrato fin da giovanissimo.
Perciò la sua istruzione artistica giovanile fu limitata alle lezioni del pittore G. Batta Ferrari, mentre gli fu negata l'iscrizione all'Accademia di Brera. Quindi la sua formazione fu sostanzialmente da autodidatta, anche se tra i venti e i quaranta anni gli fu in certo modo maestro il pittore Modesto Faustini, ma solo "per corrispondenza" da Roma.
Fu amico dei maggiori artisti bresciani del suo tempo, e per alcuni di essi anche mecenate; partecipò attivamente alla fondazione e all'organizzazione della Società per l'Arte in Famiglia, che costituì per i 50 anni a cavallo tra i due secoli il cuore della vita artistica bresciana. Tuttavia la sua arte non si legò mai a scuole o correnti, mantenendo sempre una fisionomia originale, maturata nello studio più dell'arte rinascimentale che di quella dell'Ottocento a lui vicino.
Da questa sua personale ricerca, condotta fino alla tarda età con incessante rielaborazione dei soggetti a lui cari, di figura o di paesaggio, nacque autonomamente una pittura che per certi aspetti pare accostarsi a quella dei Macchiaioli, ma per altri fa pensare ad un presentimento di modernità novecentesca.
Tutta la vita del Rovetta fu dedicata instancabilmente a conciliare questa intensa attività artistica con gli impegni dell'attività commerciale e con quelli delle responsabilità pubbliche generosamente assunte, in campo artistico, amministrativo, sociale.
Poco tempo gli rimase per partecipare alle attività espositive, da cui lo tratteneva anche la sua riservatezza. Non superano la decina le mostre bresciane, quasi tutte dell'Arte in Famiglia, a cui fu presente nell'arco di 50 anni, mentre solo le insistenze degli amici Faustini e Filippini lo convinsero a partecipare ad alcune mostre a livello nazionale.
Dopo la sua morte, avvenuta nel 1932, sue opere furono esposte nelle grandi mostre sull'Ottocento bresciano e due grandi mostre antologiche gli furono dedicate nel 1937 in Loggia e nel 1971 all'AAB.








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