Pittori bresciani protagonisti della pittura del '900 Pittura moderna e contemporanea.
LE MOSTRE A BRESCIA  
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Sotto Spirito
Andrea Lanzi

dal 24/10/09 fino al 14/11/09
presso Skin Gallery


Il persecutore delle immagini

Accanto alla produzione effimera ed eccessiva di oggetti estetizzanti di mercato, l’industria del sacro da sempre provvede a soddisfare i bisogni religiosi della massa elitaria e volgare. La produzione sacra, mai sfiorata da crisi economiche o dalla concorrenza se non tra religioni, perversa nella proliferazione di simboli, plasmandoli nelle diverse epoche con vesti sempre più accattivanti e kitsch.

In questo solco consumistico della merce si inserisce l’arte dissacratoria, ironica, volutamente kitsch e pop di Andrea Lanzi, praticata nella continua indagine tra verità e menzogna, tra religione e fede, tra finzione e realtà, tra sacro e profano.

Se in molte confessioni non cattoliche vengono bandite le immagini di santi o del Cristo persino crocifisso, e conseguentemente le reliquie, nella religione cattolica, invece, esse diventano oggetto di adorazione feticistica, immagini e oggetti da venerare in cui si annulla qualsiasi necessità di veridicità. A ridicolizzare questo atteggiamento, Andrea Lanzi si fa persecutore dei simboli del sacro attraverso la creazione di oggetti ricchi e preziosi, che simulano l’atto di una presunta venerazione. L’invenzione creativa, assecondata dall’altissima manualità dell’artista, fornisce, così, una produzione di apparati reliquiari - quali teche, calici e bocce, contenenti cervella, crani e ossa di animali sottospirito - o mosaici illuminati, costituiti da particole la cui sovrapposizione inscrive in latino l’aurea massima e vera: “La verità genera odio”. In questa pratica artistica feticista, pseudo cultuale, Andrea Lanzi celebra e ridicolizza la mancanza dell’oggetto autentico e di rito, ne esalta l’opulente ricchezza e, infine, ne smaschera la pericolosa ideologia religiosa dominante, che è sempre sottesa anche ad ogni reliquia. Il Buddha senz’arti, ma con un evidente cordone ombelicale che richiama il sesso del nascituro, cade a terra e si frantuma come tutti gli Dei, fino a diventare, con l’intervento dell’artista Francesco De Molfetta, budino, ossia materia in sfascio, nullità del Dio trasformato in volgare alimento. Poi, il Buddha si rialza con in mano il crocifisso dell’Occidente cristiano a sfidare tutte le religioni, ritenute inutili e dannose per la pace, perché provocatrici di guerre.

Nella continua persecuzione verso le immagini sacre, frutto del costante dominio sulle coscienze praticato da qualsiasi religione, Lanzi definisce continuamente la sua poetica, ammettendo la necessaria compenetrazione degli elementi sadomasochisti della venerazione, e confinando nel dubbio la dicotomia tra religione e fede, tra bisogno spirituale interiore, provocato dalla sofferenza, e godimento ed estasi della pratica religiosa devozionale. Fede e religione si accampano, così, in sfida. La persecuzione operata dalla religione colpisce, poi, anche il mondo dell’arte con le sue rappresentazioni di nature morte, collocate tra morale e inganno. Nell’installazione della grande bowl caravaggesca di frutta fresca, accostata, però, ad una seconda bowl formalmente identica ma in stato di putrefazione, l’artista ridicolizza l’esaltazione e la messa in scena barocca che invitava alla morigeratezza nel mangiare, all’ammonimento allegorico intorno alla brevità e all’illusorietà della bellezza, per denunciarne il gioco e l’intento persuasivo. Il dominio religioso sulle coscienze da plasmare si annulla, per denunciare indirettamente che la certezza della morte si identifica con l’autentica certezza del vivere.

In questo annientamento ideologico e religioso, l’artista può sottrarsi a qualsiasi accusa di blasfemia e anticlericalismo, fino a lasciare al fruitore il dubbio o la libertà di pensiero nei confronti della verità/falsità, del consumo religioso e della fede, della vita/morte, della guerra religiosa e della pace laica.

In tal senso, la paura della morte, punto fondativo di ogni religione, si smaschera come indottrinamento religioso, ma anche come completamento necessario alla vita.

Giampietro Guiotto








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