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Trasformazioni
Gianpaolo Babetto
dal 3/10/09 fino al 29/11/09
presso
Galleria Maurer Zilioli
Comunicato stampa
Inaugurazione: 3 ottobre, ore 18
APERTURA SPECIALE IN OCCASIONE DELLA NOTTE BIANCA DELL’ARTE A BRESCIA DALLE 18 A MEZZANOTTE
“Babetto dà corpo al gioiello come oggetto e soggetto.”
(Germano Celant)
Geometrie rigorose e calcolato dinamismo sono gli estremi tra i quali si muove l’opera di uno dei noti e stimati personaggi nel panorama del gioiello d’autore: Giampaolo Babetto, celebre esponente della “Scuola di Padova” che, assorbito il messaggio del suo maestro Mario Pinton come si succhia un nettare, lo ha fatto confluire nei suoi lavori, portando lo stile padovano alla sua massima espressione artistica. Fin qui le origini della sua opera, che si ramifica poi in tante variazioni e metamorfosi e si estrinseca in mille sfaccettature e percorsi, mettendo talvolta in discussione le regole tradizionali e il rigore autoimposto o addirittura stravolgendoli. Babetto resta costantemente fedele alle chiare forme elementari, dalle quali sguscia un movimento, emergono corpi che si intrecciano con lo spazio. Cubo e quadrato, parallelepipedo, cilindro e cerchio, trapezio, piramide e triangolo sono le basi su cui Babetto accorda le sue composizioni, come fughe di Bach, con mano leggera, elegante e dinamica. Proporzione, misura, perfezione e bellezza indicano la via. Sperimentazione e provocazione, mai in primo piano, ne arricchiscono le innovazioni.
Non c’è da stupirsi, giacché il Veneto, con le sue affascinanti opere del Rinascimento e del Manierismo, offre abbondante stimolo e nutrimento alla sua riflessione estetica sul gioiello, i suoi preferiti ispiratori: Giotto, Pontormo e il veneto Palladio, solo per citarne alcuni.
Ma anche il minimalismo, il neoplasticismo, il costruttivismo, con le sue interpretazioni contemporanee, e l’arte programmata/cinetica hanno lasciato traccia nella sua opera e appaiono filtrati nelle astrazioni dell’orafo. Paesaggio e architettura si riflettono in costruzioni con scale, onde, pieghe, avvolgenti, in cui il corpo si adagia: un braccio, un dito vi si intrufolano, il decolleté diventa palcoscenico di una rappresentazione plastica.
Oro bianco e pigmenti rossi o azzurri, niello e tratteggio opacizzante, massa compatta e trasparenze rappresentano un aspetto della creazione, cui si affiancano grovigli, viluppi, opere gestualmente accentuate o – risultato degli studi su Pontormo – in forma di citazioni figurative come un frammento di ricordo, un richiamo poetico a un’estetica trasognata e ideale che echeggia in questi straordinari lavori. Vasi in argento dalle connotazioni arcaiche completano l’ampio panorama dell’autore.
Babetto è andato oltre il gioiello, si è spostato verso l’arredo, l’interpretazione cromatica dei nessi architettonici, sino a raggiungere la sua personale interpretazione del design, che coglie e rielabora elementi del gioiello. Da lungo tempo i confini sono saltati e fantasia e creatività proliferano in altri settori, dando vita a un pensiero originale, a un’opera complessa e completa.
Babetto gode indubbiamente di un vasto riconoscimento a livello internazionale, su di lui si sono espressi importanti autori. Eppure raramente è possibile vedere le sue opere fuori dai musei, in una raccolta fatta da lui stesso. Siamo quindi molto felici di potervi offrire questa opportunità. La mostra si inaugura la Notte Bianca dell’Arte, ottima occasione per una visita a Brescia.
Vi aspettiamo!
Orari di apertura: Mar- Sab 10-12.30; 15.30-19.30
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